I paesaggi dell'anima
Alcuni brani contenuti nell'opera
LACERAZIONE SOTTILE
TRAM DI PERIFERIA
SENTIERI SENZA FINE
CARMINE ... TE NE VAI
AUTORITRATTO
VEDI? NON PIANGO
Home page autore
LACERAZIONE SOTTILE
Fioriscono giorni in cui
la verità è irraggiungibile
come l’orizzonte, come Dio.
I pensieri sembrano puledri,
sciami di rondini in fuga;
la vita stessa germoglia
la lama rovente del giorno,
i nudi colori del tempo.
Una ingannevole speranza
nasce dalle fauci del cuore
e tu scopri sequenza di gioia
e lacrime rotonde sul viso.
Al poeta non rimane che bere
dai calici colmi di silenzio.
Adesso perfino la sera
si vergogna di essere nata.
Signore, cerco calore umano,
ma intanto l’anima resta sola
e fredda in attesa dell’alba.
TRAM DI PERIFERIA
Come rondini tornano i ricordi
a disegnare una nuova primavera,
ci parlano di terre lontane da
sfiorare con le ali del cuore.
Ma dov’è questa vita eterna
e le anime morte nei millenni?
Quanto tempo dietro di noi:
pulviscoli di anni infiniti!
L’alba è il confine dei sogni
e tu scrivi su pagine bianche
poesie in un mare di polvere,
avendo l’anima divisa a metà.
Dov’è la voce cattolica del cielo,
il lamento d’amore per tutti?
Come vecchi rinunciamo alla vita
e lasciamo parlare il silenzio.
Nel cerchio delle illusioni
ci spinse l’alito del mattino
e ognuno resta solo nella sera
come un tram di periferia.
SENTIERI SENZA FINE
Regalami un giorno utile Signore
in cui seppellire le mie colpe,
nascondermi tra gli antichi ricordi,
sciogliermi nel moto che rompe la vita.
Regalami un giorno inutile in cui
sfuggire alle macine del dolore:
l’acqua che cammina sul cuore
affonda senza pietà i pensieri.
Regalami un naufragio senza voce
con approdo in arcipelaghi sognati,
un abbandono tra l’erbe e il vento
affinché il cuore s’apra al Tuo tempo.
Oppure regalami la quiete nel buio
nelle notti ai confini dell’alba,
fa che il cuore non ceda all’inganno,
non cada nei falsi sentieri senza fine.
CARMINE ... TE NE VAI
Calate le palpebre padre
mi hai lasciato senza colloquio,
privo del tuo ultimo consiglio.
La morte è scesa senza suoni
con la solita furia silenziosa.
Ignoravo potesse ancora esistere
una così tagliente sofferenza.
Carmine… tu te ne vai
ed il mio cuore si incrina
simile a cubetti di ghiaccio
sotto un’onda di cognac.
Sei morto? Il grido del cuore
rifiuta il tuo ingresso nell’ignoto.
Ora che conosci il sonno eterno
io mi ritrovo a giocare con Dio
come una farfalla sui fiori
cerca la sua sopravvivenza.
A te attendono forzate solitudini
a me ricordi dolorosi e perenni.
Chissà se domani coglierò l’istante
per rivederti sotto altra forma;
finora ti ho conosciuto come
il più onesto tra gli uomini.
Aspettami: verrò da te e tu
dal tuo orizzonte azzurro
continuerai a proteggermi padre,
giacché io sono uccello ferito.
AUTORITRATTO
Sono l’uccello che frantuma l’aria,
la paura che accompagna la fuga.
Sono il primo seme e la polvere,
la viltà ed i timori che nascono
nel peccatore allorché si confessa.
Sono l’anguilla che sale
lungo il fiume della vita
per deporvi le uova
prima di morire serenamente.
Sono un corpo da accantonare
come un antico madrigale
dimenticato nella memoria.
Sono perduto, bagnato d’angoscia
come seme in un chicco d’uva.
Sono una foglia invecchiata
di cui l’autunno non ha pietà.
Ma forse altro non sono che
la certezza del mio essere uomo.
VEDI? NON PIANGO
Ricordo quando da fanciullo scrivevo:
- Caro papà, ti auguro Buon Natale…
Ti prometto di essere buono, ubbidiente. -
E invece quante volte ho rifiutato
gli attimi felici della nostra unione
calpestando i fiori del nostro amore!
E’ questo il destino dei figli?
Ieri sei ritornato nei miei sogni:
venivi da un bianco sentiero d’aria,
col viso ignavo e straripante calma.
Ti ho chiesto: - Stai bene padre?
Dio ha avuto misericordia di te? -
La vita è intrisa del tuo ricordo,
delle sorprendenti risate che tu
regalavi agli altri senza lucro.
Ora hai una casa di stelle, d’immenso,
viaggi sulle linee azzurre del riposo;
al contrario io curo il mio tempo
a inseguire tracce di ricordi lieti
sull’onda dell’ora che lenta si muove.
Vedi? Non piango. Parlo. Scrivo poesie.
Combatto l’acre profumo del dolore!
Dal 10 Marzo 2010 sono
42403
le pagine viste del poeta.Pagine realizzate da Alessandro Paliotti